Terre d'Europa

Occitania: in “Cuccagna”, paese dell’abbondanza

Una terra ridente nel dipartimento del Tarn, dove si colorano le stoffe di blu con una tecnica antica, utilizzando le foglie secche del guado

Occitania: in “Cuccagna”, paese dell’abbondanza

Testo e foto: Richard Brütting

Dipartimento del Tarn – Una pianta erbacea bienne, il guado (‘pastel’ in francese, ‘isatis tinctoria’ in latino, ‘Waid’ in tedesco), ha fatto la ricchezza di numerose città, tra l’altro di Sansepolcro in Italia e di Erfurt in Germania, e anche di una ridente zona a sud-est di Castre, nel dipartimento del Tarn. L’appellazione “Cuccagna” proviene dal francese “cocagne”, nome del gomitolo di foglie disseccate di guado, utilizzato per la distribuzione della merce. Per la redditizia produzione di questo colorante naturale, molto apprezzato per dare una tinta magica, il blu, ai tessuti, la Cuccagna, nel Medio-Evo, era considerata come la mitica terra dell’abbondanza. Più tardi è cessato questo modo di tingere stoffe e indumenti. Il guado fu sostituito con l’indaco indiano, di produzione meno difficile, e dal 1890 dall’indaco sintetico.

Monsieur Bruno Berthoumieux ha avuto il coraggio di risvegliare la antichissima, quasi dimenticata procedura di colorare fibre naturali con il guado. Prima ci fa vedere i campi, dove crescono le piante; poi passiamo al suo laboratorio. Bruno ci mostra una pasta scura, proveniente dalle foglie del guado, che, dopo l’essicazione, si trasforma in una polvere blu. Messo in acqua, dopo una reazione di ossidoriduzione, il guado (insolubile) si diluisce in un liquido incolore (detto leucoindaco), in cui Bruno immerge le stoffe. I tessuti estratti, a causa della riossidazione del guado a contatto con l’aria, prendono, quasi per prodigio, un colore  blu indelebile. Anche i semi della pianta sono un prodotto prezioso; forniscono un olio medicinale che serve alla produzione di creme per la pelle, unguenti e saponi naturali.

Nel laboratorio di Monsieur Berthoumieux la tintura si fa senza utilizzo di sostanze chimiche. Perciò la reazione di disossidazione del guado nell’acqua è molto lenta (dura più giorni). Sicuramente non è una procedura economica, ma come il fast food viene respinto da molte persone, che preferiscono la cultura  slow food, anche la slow tintura, mi pare, ha il suo valore: si inserisce nella memoria storica e ci ricorda il faticoso sviluppo delle tecnologie moderne.
Informazioni utili:

Château des Plantes
Bruno Berthoumieux
Route de la Serre
81580 Cambounet sur le Sor
Tel. +33-531010030
b.berthoumieux@sirius-bio.com

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