Terre d'Europa

I due volti della cattedrale d‘Albi

Monumento del trionfo della Chiesa cattolica contro gli eretici – memoria delle persecuzioni religiose medievali

I due volti della cattedrale d‘Albi

Testo e foto: Richard Brütting

Albi: Donjon della cattedrale

Albi: Donjon della cattedrale

Albi – La cattedrale di Santa Cecilia è la più grande chiesa di mattoni al mondo. Il capolavoro del gotico meridionale fa parte della “Città episcopale di Albi”, che, riconosciuta nel 2010 dall’UNESCO come patrimonio mondiale, è inserita nella lista dei più prestigiosi beni culturali dell’umanità. Il sito comprende il vasto palazzo della Berbie (antico palazzo episcopale, oggi Museo delle opere di Toulouse-Lautrec), la collegiata Saint-Salvi e il suo chiostro (X-XIII secolo) e la maestosa cattedrale, edificata dal 1282 – 1390. Adocchiando l’edificio dall’esterno, di primo acchito mi è sembrato di trovarmi davanti a un’imponente, perfino angosciante fortezza. Il donjon, a strapiombo sulla capitale del dipartimento del Tarn, mostra, come tutto l’edificio, una rigorosa, monumentale austerità. Mi è sembrato che solamente il portico in stile gotico fiammeggiante, aggiunto più tardi alla costruzione originale, accenni a momenti più sereni.

L’interno dell’immensa chiesa a navata unica, invece, si oppone fondamentalmente al rigore dell’esterno. Il contrasto stupisce tutti i visitatori quando vedono le pareti interamente dipinte e la volta affrescata, all’inizio del Cinquecento, da maestri italiani; la superficie dell’ornamento pittorico è di quasi ventimila metri quadrati. Il più grande Giudizio Universale del mondo presenta in maniera minacciosa la sorte dei peccatori, costretti di andare all’inferno – e promette il paradiso ai virtuosi, morti dopo una vita nella fede cristiana. Il coro cesellato è un miracolo di scultura in filigrana. Tutto il santuario funge da autorevole predica, soprattutto per le persone illetterate dei secoli passati.

La cattedrale di Albi è un monumento storico e religioso di altissimo valore simbolico. Eretto dopo la fine della sanguinosa crociata contro gli albigesi o càtari, dimostra il trionfo della Chiesa contro questa setta eretica, diffusa in Occitania, nel Sud della Francia, ma anche in altre regioni europee. I càtari da una parte criticavano, come anche altri movimenti riformatori dell’epoca (San Franceso e i Valdesi), l’abbandono delle dottrine bibliche, soprattutto la mancata osservanza dei precetti della povertà. Dall’altra erano convinti, a causa del dualismo delle loro credenze, di un conflitto eterno tra lo Spirito, creato dal Dio del Bene, e la Materia, creato dal Principio del Male. Siccome la setta minacciava l’ordine sociale e la supremazia della Chiesa romana, papa Innocenzo III proclamò una crociata contro gli eretici. Iniziata nel 1209 sotto il comando di Simon de Montfort, capo militare di estrema ferocia, e terminata con l’intervento tardivo del re di Francia, la crociata ha permesso l’annessione dell’Occitania alla monarchia dei Capetingi (Trattato di Meaux, 1229), passo decisivo verso la formazione territoriale della Francia moderna. La resistenza dei càtari, perseguitati dall’Inquisizione, finì nel 1244 (caduta del castello di Monségur; rogo di 275 càtari) e nel 1255 (caduta del castello di Quéribus).  La visita della cattedrale d’Albi e lo studio delle origini storico-religiose del monumento sono validissimi ausili per comprendere la Francia, soprattutto la Francia meridionale.
Informazioni turistiche:

Office de tourisme d’Albi

Palais de la Berbie  Place Sainte-Cécile   81000 Albi / France

www.albi-tourisme.fr

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