Terre d'Europa

Marsiglia, la metropoli allegra e accogliente

Il fascino provenzale del quartiere del Panier. Lo specchio d'acciaio dell'Ombrière al Vecchio Porto. Il MuCEM, un ponte tra le due sponde del Mediterraneo. Le meraviglie della natura al Parco nazionale dei Calanchi

Marsiglia, la metropoli allegra e accogliente

Testo e foto: Paolo Gianfelici

L'Ombrière

L’Ombrière

Marsiglia – Arrivo alla Stazione St. Charles con il treno Thello da Milano-Genova. La serata è tiepida. Tre ragazze afro-francesi ballano divertite davanti a un ascensore. I loro sorrisi sono il benvenuto nella seconda metropoli di Francia, accogliente, easy, per niente spocchiosa, allegra, molto mediterranea. Lo spettacolo della città continua quando chiedo al tassista di portarmi Grand Hotel Beauvau. Scoppia in una lunga, per me incomprensibile risata. Sono il terzo o quarto cliente consecutivo che chiede di andare nello storico albergo affacciato sul Vieux Port. “Tanto vale scrivere sul mio taxi Hotel Beauvau”, conclude. Poi mi domanda da dove vengo e cosa sono venuto a fare a Marsiglia.

La mattina dopo cammino lungo la banchina interna del Vieux Port spazzato dal Maestrale. Qui è stata costruita un’enorme, elegante, luccicante pensilina in acciaio (l’Ombrière) sostenuta da pali sottili. A cosa serve? A proteggersi dal forte sole estivo della Provenza, ma anche dalla pioggia sferzante per il vento. O semplicemente a divertirsi guardando lo specchio di un mondo alla rovescia, dove il cielo è il mare e le persone volano come gli uccelli.
Sulla riva è rimasto qualche banchetto del mercato del pesce (è tardi, sono passate le 10.00) Offre un po di tutto, dai molluschi ai crostacei pescati nella notte e scaricati di mattina presto sul molo, a pochi metri da lì. Curiosi di passaggio sostano per ammirare i colori, le forme dei pesci e annusarne il profumo fresco di mare.
La lunga banchina nord del Vieux Port è il regno dei fiori, dei colori e delle piante (oltre che dei caffé e ristoranti defilati sotto i portici). Sullo sfondo, in cima alla collina al di là del porto, Notre Dame de la Garde.

Vieux Port

Vieux Port

Salgo su un’altra collina molto più vicina, quella del Panier (il Cestino). La strade del quartiere sono percorse da gruppi di turisti. La Piazza dei Mulini con le case basse e le panchine sotto i platani secolari ha l’aspetto di una tranquilla cittadina della Provenza. Sembra di sentire ancora girare le pale dei quaranta mulini a vento di un tempo.
Negli ultimi venti-trenta anni il quartiere ha vissuto una straordinaria metamorfosi. Le case cadenti sono state restaurate, senza perdere l’antico fascino. Le insegne e gli infissi scrostati delle botteghe sono stati riverniciati. I nuovi artigiani lavorano qui, ma le attività sono cambiate. La sera i caffè e i ristoranti si riempiono di gente per l’aperitivo e la cena.
Un tempo il quartiere era il rifugio precario, il luogo di prima residenza, dei migranti dall’Africa e dall’Asia. Ed anche il quartiere più malfamato della città per la presenza della malavita e della prostituzione.
Il risanamento lo ha trasformato completamente. Oggi il Panier è abitato soprattutto da giovani che amano vivere liberamente a due passi dal centro. E’ il concentrato della città allegra, ospitale, mediterranea. Vale la pena tornarci nel tardo pomeriggio, quando il sole tramonta dietro le cupole neo-bizantine della Cattedrale, dopo aver visitato la Vieille Charité, per godersi la serata estiva sorseggiando un pastis, l’aperitivo all’anice nato a Marsiglia.

Ma non prima di avere fatto un puntata ad una meraviglia: il Parco dei Calanchi. E’ il più recente parco nazionale francese, unico nel suo genere in Europa: inizia alla periferia di una grande città e si estende su una penisola e su alcune isole. La visita del Parco merita un viaggio a Marsiglia. Passo vicino al Vallon des Auffes, un delizioso porticciolo di pescatori e, qualche chilometro più avanti, fermo l’auto dove inizia il Parco dei Calanchi. A Callelongue il panorama è stupendo malgrado la giornata sia diventata livida. Il mare e il cielo plumbei fanno risaltare ancora di più la bianca roccia calcarea della costa. Salgo a piedi lungo un sentiero scosceso, precario, ma molto affollato. La pioggia incipiente ha fatto tornare indietro gli escursionisti. Proseguo. Più si sale e meno vegetazione si trova. In basso sulla costa si vedono spuntare sui cespugli fiori gialli e rossi. Qui più niente, solo la pietra chiara. In compenso la vista dall’alto sulla costa frastagliata, sul mare, gli isolotti e la penisola è straordinaria.
Il Maestrale ha spazzato via dalla roccia ogni forma di vita organica e il mare ha costruito delle monumentali falesie. Ormai piove a dirotto. Meglio tornare indietro, ma con il forte desiderio di ritornare in questo luogo incantato.

Il Parco Nazionale dei Calanchi

Il Parco Nazionale dei Calanchi

Il mattino dopo, prima di partire da Marsiglia, visito il fiore all’occhiello della città: il MuCEM, il Museo della Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo. L’edificio è un cubo sormontato da un pizzo di cemento, collegato da una passerella al Forte Saint-Jean del XVII secolo restaurato.
La mostra permanente presenta la storia ed il presente dei paesi del Mediterraneo, ciò che li unisce e li distingue nella cultura, arte, religione, economia. La seconda città della Francia è stata per secoli il terminale dei flussi di persone e culture tra le due sponde del Mediterraneo. Oggi, quando più che mai ce n’è bisogno, vuole tornare ad avere questo ruolo di ponte .

Informazioni utili:

Ente del Turismo Francese
www.france.fr

Ente del Turismo di Marsiglia
www.marseille-tourisme.com

Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo
www.mucem.org

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