Terre d'Europa

La Festa dell’Europa con l’Orchestra Romena dei Giovani

All'Auditorium di Roma, un viaggio musicale di oltre due secoli attraverso il nostro continente, dal Fandango di Luigi Boccherini alle nostalgie parigine per la madrepatria nella Balada di George Enescu, alle Danze Romene di Bela Bartok

La Festa dell’Europa con l’Orchestra Romena dei Giovani

Paolo Gianfelici

Foto Orchestra Romena dei Giovani

Foto Orchestra Romena dei Giovani

Roma – Festa dell’Europa 2019  all’Auditorium Parco della Musica di Roma con l’Orchestra Romena dei Giovani. Gli spettatori  sono stati accompagnati, sulle note dei grandi compositori degli ultimi duecentocinquanta anni, in un viaggio musicale attraverso il nostro continente. Iniziando con Wolfang Amadeus Mozart (Divertimento in Re Maggiore) che già da bambino l’Europa l’aveva percorsa in lungo ed in largo, insieme al padre, ansioso di esibire al Papa ed ai sovrani il genio musicale precoce del figlio, per proseguire con Luigi Boccherini, violoncellista e compositore molto attivo in Spagna alla fine del Settecento (l’Orchestra Romena dei Giovani ha eseguito un’interpretazione applauditissima del Fandango), ma anche apprezzato in Prussia, in particolare dal re Federico Guglielmo II che lo aveva preso sotto la sua protezione. Per arrivare al Novecento con la Balada di George Enescu, composta dal musicista romeno quattordicenne a Parigi, dove si era recato per motivi di studio. Più di mezzo secolo dopo uno dei più grandi violinisti italiani, Uto Ughi, allora adolescente, prese lezioni di violino a Parigi da Enescu, della cui gentilezza d’animo ha conservato un ricordo indelebile.

Ascoltando le note della Balada all’Auditorium, l’Orchestra Romena dei Giovani,  direttore e solista Rafael Butaru, è riuscita in maniera eccellente a rappresentare le immagini nostalgiche della patria lontana, presenti nella mente e nel cuore del giovanissimo Enescu. Il concerto si è concluso con le Danze Romene di Bela Bartok, compositore, pianista e etnomusicologo ungherese, nato in una cittadina di confine in Romania, il quale si dedicò allo studio della musica popolare dell’Europa Orientale. Le Danze Romene furono scritte originariamente per pianoforte (e poi trascritte per piccola orchestra), sulla base di ricerche effettuate da Bartok in Transilvania. Le Danze, alcune rapide e festose altre con un ritmo più andante, come “La danza del corno di montagna” (“bucium”), rappresentano un’antologia del folklore musicale più antico del popolo romeno, nell’interpretazione di uno dei maggiori musicisti europei del Novecento.

Foto Orchestra Romena dei Giovani

Foto Orchestra Romena dei Giovani

Il concerto è stato organizzato dall’Ambasciata di Romania nella Repubblica Italiana, dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Italia e dall’Accademia di Romania in Roma, nell’ambito della Presidenza Romena del Consiglio dell’Unione Europea.
“Questo evento culturale, ha sottolineato l’ambasciatore di Romania in Italia, George Bologan, si basa sulla più importante manifestazione della coesione come processo storico della nostra civiltà: la musica”

Dopo il concerto ho incontrato il direttore Rafael Butaru, primo violino dell’Opera Nazionale di Bucarest e della Filarmonica Geroge Enescu. Perché la musica colta può creare empatia e sentimenti positivi tra i giovani europei oggi, in un momento caratterizzato dal transitorio nelle arti?
“L’obiettivo dei musicisti, in particolare di coloro che si esibiscono in gruppi ed ensamble di musica da camera, è quello di trasmettere emozioni ed essere in armonia con il pubblico a cui si rivolgono. Come Orchestra dei Giovani ci proponiamo di diventare e di svilupparci come un organismo sonoro, obiettivo realizzabile solamente attraverso un legame di amicizia basato sulla professionalità e sulla dedizione, riuscendo così ad essere interconnessi e servitori della musica che interpretiamo. Questo è il sentimento collettivo che cerchiamo di suscitare, ed una volta trovato, vogliamo continuare a corrisponderlo con amore ed impegno nel lavoro”.

La musica interpretata in questo concerto è stata creata da compositori veramente europei per cultura e scelta di vita. Oggi le dimensioni sono globali, qual messaggio saprà trasmettere la cultura musicale contemporanea alle generazioni future?

“Il repertorio musicale per questo concerto è stato scelto cercando di catturare l’essenza della musica italiana colta e di quella romena, attraverso gioielli di composizione europea. Le opere, come anche i loro compositori, con il passare del tempo, hanno acquisito molta più notorietà ed importanza rispetto all’inizio. Ritengo che questo processo non dipenda solamente dal passare del tempo rispetto alle creazioni contemporanee. Le opere ed i compositori di valore restano attuali con il passare degli anni, si tratta di una selezione naturale nel mondo della musica. Il loro messaggio sarà lo stesso, indipendentemente dallo specifico delle opere. La musica è protagonista mentre il musicista, a sua volta, deve saper essere in armonia con essa deve saper vibrare, in modo da far vibrare anche il pubblico e diventare insieme un unico organismo sonoro”.


Foto: Orchestra Romena dei Giovani (Orchestra Romana de Tineret)

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