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Costa Azzurra: l’Île de Sainte-Marguerite

Sopra un promontorio, Port Royal, la fortezza-prigione della Maschera di Ferro. I percorsi-natura tra pini, eucalipti e lungo lo stagno di Bateguier, riserva per gli uccelli migratori

Costa Azzurra: l’Île de Sainte-Marguerite

Testo e foto: Paolo Gianfelici

Isole-Lerins-Foto-Paolo-Gianfelici-17Cannes – La città simbolo per dodici mesi l’anno del lusso, della mondanità e del business attrae una folla di visitatori avidi di respirare la sua atmosfera esclusiva, anche solo per pochi attimi. Niente di meglio dunque che prendersi una pausa di qualche ora sulle due vicinissime oasi di verde e di blu.

Le Îles de Lérins distano solo quindici-venti minuti di battello. La più grande è l’Île de Sainte-Marguerite. La sagoma di Fort Royal, sopra un promontorio, anticipa il racconto della storia dell’isola: un presidio contro le incursioni dei pirati prima, più tardi una fortezza dove rinchiudere gli avversari di alto rango del re di Francia. Il più famoso di tutti: l’uomo della Maschera di Ferro, morto nel 1703. Gli storici hanno cercato di scoprire la sua identità. E’ stato il protagonista del celebre romanzo di Alessandro Dumas e di molti film (ultimo quello interpretato da Leonardo Di Caprio). Il mistero non è stato mai svelato. Si fanno alcune ipotesi. Il fratello gemello di Luigi XIV oppure il diplomatico italiano Ercole Antonio Mattioli, custode di un segreto di stato? A distanza di tre secoli manca la risposta. Visito le celle di Fort Royal: sono alte e spaziose. I grandi finestroni offrono la vista sul mare, ma sono sbarrati da tre enormi inferriate. Impossibile scappare, anche perché i guardiani erano molti e i prigionieri pochi. Leggo le storie di alcuni noti reclusi del Settecento, vittime di intrighi e dell’arbitrio reale. Alcune sono a lieto fine e si concludono con la liberazione, grazie alla Rivoluzione Francese.

Per uscire dall’atmosfera cupa della prigione faccio una lunga passeggiata attraverso l’isola. E’ selvaggia, disabitata, senza auto e mezzi pubblici. Sopra l’imbarcadero c’è l’unico chiosco dove rifornirsi di acqua e panini. Percorro un lungo sentiero attraverso la pineta. La natura si sviluppa e muore senza interferenze da parte dell’uomo. Gli alberi secchi, molto numerosi, non vengono tagliati, se non quando sono cadenti e rappresentano un pericolo. Il sottobosco cresce liberamente.

Ritorno indietro e arrivo alla Pointe du Dragon, il luogo più panoramico dell’isola. Magnifica vista sulla costa. Mi dirigo verso il pontile dell’imbarco, passando lungo lo stagno di Bateguier, una riserva naturale per gli uccelli migratori.

Il battello si avvicina al porto di Cannes. Un elicottero nero si alza da una piattaforma di cemento tra i due fari del porto. Gira sopra il mare, un’impennata e parte lontano. Fa servizio di taxi. Forse va a prendere all’aeroporto il proprietario di uno di quelle enormi barche nere nella rada, sigillate come un aliscafo, con i vetri brunati, apparentemente deserte e un po’ inquietanti.

L’oasi verde di pini ed eucalipti di Sainte-Marguerite è ancora a portata dell’occhio, ma sembra remota.

Leggi anche: Le Isole di Lérins tra storia e leggenda

Informazioni utili:

Atout France        www.france.fr
Cannes                www.cannes-destination.fr

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