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Costa Azzurra: l’Île de Saint-Honorat

L'isola dei serpenti trasformata dai benedettini nei secoli in un giardino di rose, buganvillee e vigneti. Il fascino del monastero-fortezza medievale, costruito per difendersi dai pirati saraceni

Costa Azzurra: l’Île de Saint-Honorat

Testo e foto: Paolo Gianfelici

Isole-Lerins-Foto-Paolo-Gianfelici-13.1Cannes – Il battello per l’isola di Saint-Honorat in via eccezionale fa  un breve scalo all’isola di Sainte-Marguerite. Deve scendere un gruppo numeroso di bambini. Passeranno una breve vacanza immersi nella natura, alloggiati in maniera spartana nelle vecchie caserme vuote. Getto ancora una volta un rapido sguardo sulla macchia verde, selvaggia e misteriosa che si estende sotto il promontorio di Fort Royal. Il battello si avvicina all’isola di Saint-Honorat. E’ completamente diversa da Sainte-Marguerite. Si vedono campi coltivati, vigneti, cespugli fioriti, il campanile della chiesa del monastero. Una terra fertile, dolce e tranquilla.

 

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Sedici secoli fa, Sant’Onorato scelse questo luogo, perché lo trovò il più inospitale, dopo aver girovagato per tutto il Mediterraneo. Non a caso allora si chiamava l’isola dei sepenti. Il futuro santo voleva misurare la forza della sua fede e la tenacia della sua volontà creando lì una comunità monastica. Riuscì nel suo intento. Ancora oggi i cistercensi (succeduti ai benedettini) amministrano l’intera isola, la coltivano come un giardino, malgrado la cronica mancanza d’acqua, e fanno ottimi affari con la vendita dei loro vini e liquori d’erbe.

La fortezza in riva al mare è un’opera straordinaria, unica nel suo genere. E’ un connubio di architettura monastica e militare. I monaci erano stati per secoli depredati, uccisi, schiavizzati dai pirati saraceni. Realizzarono, dopo l’anno Mille, una gigantesca opera in pietra che consentisse loro di continuare in sicurezza la loro vita di lavoro e preghiera. Al primo piano si visita il chiostro del lavoro, al secondo quello bellissimo della preghiera, impreziosito dalle colonne di marmo bianco, offerte dalla Repubblica di Genova, come risarcimento per un precedente attacco e cattura dei monaci. Le scorrerie erano compiute non solo dai musulmani che partivano dai porti lontani , ma anche dai vicinissimi “fratelli” cristiani della Liguria.

Quando il pericolo era imminente partiva una segnalazione dalla torre della fortezza a quella di Sequel a Cannes. La guarnigione militare di soccorso arrivava ed era dislocata sui bastioni, rigorosamente separata dai monaci che proseguivano la loro solita vita. Molto bella è la cappella della Santa Croce che ha la porta d’ingresso molto bassa (l’umiltà) e di uscita più alta (la redenzione).

Camminando in cima alla fortezza, lungo le mura merlate, lo sguardo spazia a 360 gradi sul mare aperto, sui vicini scogli, sulla costa frastagliata dell’isola, sui vigneti, sull’abbazia costruita nella seconda metà dell’Ottocento, dove oggi vive e prega la comunità cistercense. Mi dirigo verso la chiesa, avvolto in una nuvola di profumi di rosa e di colori viola purpurei (le buganvillee). In fondo, davanti al portale della chiesa, uno spiazzo quadrato con quattro alte palme al centro. Mi volto indietro per fare una foto e appare all’improvviso un monaco cistercense che cammina ad andatura velocissima. Sono sull’isola da qualche ora, ma in giro ho visto solo qualche turista. Il monaco scompare altrettanto velocemente, come uno che non ha tempo da perdere. Oppure come uno che non vuole avere contatti con i  visitatori.

Parto da Saint-Honorat ricordando luoghi simili visti in altre parti d’Europa. Simili nello spirito di coloro che li avevano costruiti e vi erano vissuti. Come i monasteri fortificati della Moldavia per difendersi dai tartari e dai turchi o il piccolissimo, indifeso, convento alle Porte di Ferro sul Danubio, sui confini dell’Impero Ottomano. Tutti luoghi molto belli da un punto di vista del paesaggio, dentro il quale si armonizzano e si mimetizzano le linee degli edifici. Come la fortezza di Saint-Honorat, frontiera dell’Occidente sul Mediterraneo, che dal mare in lontananza poteva apparire una grande scogliera.

Informazioni utili:
Atout France        www.france.fr
Cannes                www.cannes-destination.fr

 

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