Testo e foto: Brunella Marcelli
Ponza e la sua gastronomia. Sono sempre di più gli amanti del “buon vivere” che organizzano le loro vacanze anche in base alle esperienze del gusto da poter fare in loco. Alcuni li chiamano “gastronauti”, ma sono molti quei turisti curiosi che desiderano conoscere il territorio, anche attraverso il cibo e il vino. In questo senso, quest’isola delle meraviglie offre esperienze enogastronomiche in location da sogno, in grado di imprimere nella memoria ricordi indelebili. Il pentagramma dei 5 sensi: visioni d’autore, profumi di mare e cibo con degustazioni che si trasformano in epifanie del cuore.
Il nostro percorso parte al top. Dal ristorante Acqua Pazza, una stella Michelin dal 2006, si gode di una vista mozzafiato in un tempo sospeso. Saliamo sulla terrazza, mentre le luci della notte ci avvolgono. L’ambientazione suggestiva amplifica un’esperienza del gusto di gran livello: un’armonia di sapori in perfetta fusione alchemica. Sgombro al sale, con battuto mediterraneo; merluzzo al vapore, bottarga, limone e patate; tortelli di dentice con spremuta di pomodoro crudo: sono alcuni dei piatti degustati. Giusti ed equilibrati gli accostamenti. Il tutto innaffiato da uno splendido bianco, il “Faro della Guardia”, una produzione di Casale del Giglio a base di vitigno Biancolella di Ponza, una varietà arrivata da Ischia a metà del 700. Assaggiamo tutto in una sorta di dimensione mistica circondati dalla bellezza che ci avvolge nel suo abbraccio.
La seconda tappa del nostro viaggio si svolge in pieno giorno. La luce meridiana amplifica il bianco nelle costruzioni, nelle rocce. Non a caso il ristorante Melograno, all’interno del Grand Hotel Santa Domitilla, si trova a pochi passi dalla spiaggia ad anfiteatro di Chiaia di Luna. Aperto soltanto nella stagione estiva, il Melograno si trova all’interno di un giardino incantato. Siamo immersi nella lussureggiante flora mediterranea con echi d’oriente. Anche qui accostamenti sapienti nei piatti che trovano un equilibrio anche in sapori di contrasto. Domina la creatività nelle sperimentazioni. Tradizione e innovazione. Perfetti gli impiattamenti che valorizzano testure e cromatismi. Siamo estasiati.
È sera quando arriviamo il giorno dopo al ristorante Ciro Miramare, nella località Le Forna, pronti per ammirare il tramonto. Dalla terrazza, godiamo dell’aperitivo proprio mentre il sole sta calando. È il tempo della contemplazione che l’esperienza del buon cibo rende più rilassata e profonda. Molliamo gli ormeggi della razionalità e ci lasciamo cullare dal mare in lontananza e dai sapori del convivio. Impareggiabili i paccheri alla coda di rospo con pecorino e il mille foglie espresso con crema al mascarpone e croccante alle mandorle.
Sempre nella zona di Le Forna, si trova il ristorante La Campanella. Gestione giovane e professionale, gode della vista su Cala Feola. Noi ci arriviamo di notte, in un’atmosfera festosa e accogliente. Anche qui, il livello è molto alto: dall’antipasto al dolce in un crescendo di sensazioni. Ma non possiamo non citare gli aperitivi ponzesi, come quello di benvenuto che abbiamo gustato da Winspeare al nostro arrivo. Aperitivi spesso accompagnati da splendidi fritti e vini di pregio.
Molto si potrebbe dire sulla cultura enologica dell’isola, Da sottolineare che il vino dell’isola è prodotto in vigneti difficili, “una viticoltura eroica” che richiede impegno, passione e sapienza. Una viticoltura tradizionale iniziata a Ponza nei primi del 1700 quando, con un editto di Re Carlo III di Borbone, si concessero alle famiglie ischitane terreni sull’ Isola. Insieme alle tradizioni, essi portarono i vitigni tipici e l’esperienza per rendere coltivabili i terreni impervi dell’isola attraverso la costruzione dei muretti a secco, le cosiddette “parracine”. Tra i vini apprezzati segnaliamo il Vino Levante della Cantina Tre Venti, azienda giovane ma lanciatissima; il Fieno Rosato delle Antiche Cantine Migliaccio a base di Piedirosso, Guarnaccia e Aglianico, vitigni anche questi tipici dell’isola di Ischia, come il già citato Biancolella e Forastera. Infine, di grande rilevanza anche il Vino di Bianca dell’Azienda Agricola Marisa Taffuri, un blend di Biancolella, Sauvignon e Malvasia.