Pieštany, la Spa Irma Thermia Palace
Paolo Gianfelici
Piešťany – I colori dell’autunno avvolgono il Grand Hotel Thermia Palace, un gioiello di arte Liberty nel cuore della Slovacchia. Arrivo in treno da Vienna (come i viaggiatori della Belle Epoque) e sono subito colpito dalle linee architettoniche del grande albergo inaugurato nel 1912. Immerso in un grande parco è circondato da due corsi d’acqua che creano un’isola sullo sfondo delle colline boscose.
L’aria è tiepida. A riscaldarla contribuiscono la stagione autunnale insolitamente mite e l’enorme massa di acqua termale molto calda che sgorga dal sottosuolo. Entrando nel Grand Hotel Thermia Palace ho l’impressione di accedere ad un luogo importante. E’ l’ora di cena. Sedute ai tavoli del ristorante, al posto delle duchesse austriache e delle contesse ungheresi di un secolo fa, molte signore arabe racchiuse nei loro abiti tradizionali. L’orchestra suona musiche retro dall’alto di una balconata. Il violinista gira con discrezione tra i tavoli.
Il buffet è fornitissimo e vario. Il servizio cortese ed efficiente. Il salone del ristorante è stupendo. I lampadari sono preziosi, ma leggeri ed eleganti, secondo lo stile Liberty. Al centro del salone sopra un arco c’è un dipinto di Alfons Mucha, un grande artista ceco della prima metà del Novecento. Il dipinto rappresenta la giovane figlia di Mucha che, per problemi di salute, ha soggiornato a lungo nel Grand Hotel Thermia Palace. Il padre, in segno di gratitudine per i trattamenti efficaci da lei ricevuti, ha dipinto e inviato da Nizza il quadro: la ragazza è in compagnia di coetanee del luogo che la confortano, sullo sfondo la natura serena di Pieštany.
Un’ala semicircolare del salone è immersa nel parco illuminato. E’ la parte più bella e più tranquilla del ristorante. Mi siedo qui e assaggio alcune delle numerose specialità della cucina slovacca e internazionale del buffet. Dopo la cena faccio una sosta nel Café Alexander del Thermia Palace e salgo nella mia camera. Sulla scalinata incontro una vetrata originale su cui è stato dipinto un pavone, simbolo leggendario di Piešťany. La stanza ha un bel terrazzo che si affaccia sul parco e su una grande piscina termale all’aperto illuminata di blu. La temperatura esterna è fresca ma gradevole, l’acqua termale della piscina è calda. Qualcuno ne approfitta per fare un’ultima nuotata.
La mattina dopo, visito il parco che copre la superficie dell’isola. I colori autunnali rendono ancora più affascinante la passeggiata. Lungo il percorso si affacciano deliziose caffetterie d’epoca asburgica. Proseguo lungo il fiume Váh da cui si estrae il fango termale che, dopo un trattamento di un anno, è utilizzato per curare diverse patologie reumatiche.
Nel primo pomeriggio entro nell’edificio Liberty della Spa Irma. Il mio trattamento prevede 20 minuti nella prima piscina. Mi immergo nell’acqua termale dall’odore solfureo, temperatura 39 gradi. Dopo una doccia, passo, attraverso un percorso, alla piscina dei fanghi, ancor più vasta e affascinante. La vasca circolare è grandissima, divisa in due da una barriera di vetro blu. L’orologio d’epoca segna il tempo. Una grande cupola bianca si specchia sulla superficie dell’acqua. Il silenzio, le linee dell’architettura, la geometria delle decorazioni, il fatto di trovarmi da solo in un ambiente così vasto ed insolito, tutto porta alla meditazione. Provo una sensazione di serenità e benessere. Uno spesso strato di fango ricopre il fondo della piscina. Devo fare attenzione a non scivolare. Resterei a lungo. Ma la regola è che dopo 20 minuti bisogna uscire. Mi avvolgo in un lenzuolo e in una coperta e mi distendo su un lettino per prolungare l’effetto benefico sul corpo dell’acqua termale e del fango.
Ma l’effetto più bello è quello di vivere una magica esperienza, immerso da solo nell’acqua e nel silenzio, sotto la volta della cupola Liberty, mentre i pensieri si rincorrono in libertà