Brunella Marcelli
Monterenzio (Bologna) – Ci sono storie che vale la pena di raccontare, soprattutto in questi tempi bui. Sono narrazioni ispiranti perché ci danno coraggio. Ci fanno capire che quando si ha la capacità di perseguire le proprie visioni e trasformare in realtà le proprie passioni, allora niente diventa impossibile. La storia del Professore Antonio Monti, fondatore del Gruppo Monti Salute Più, è una di queste. Rappresenta un percorso di vita e di studi d’avanguardia che diventa esemplare, soprattutto nel suo essere a servizio di una comunità, di un territorio, di tutti.
Potremmo definirlo oggi il “Signore delle Terme”, ma il termalismo è solo la punta di diamante di un sistema molto più complesso che integra diverse branche del sapere scientifico. Professore universitario di anatomia, ha dedicato e continua a dedicare la sua vita a esplorare metodiche di avanguardia incentrate sul mantenimento della salute e del benessere, sulla longevità o semplicemente sull’arte del buon vivere.
Vitale, curioso, ottimo ascoltatore e osservatore, il Professore è un personaggio un passo sempre avanti agli altri, concentrato nella progettualità d’insieme, ma anche su quella cura dei dettagli che poi fanno la differenza. Lo accompagna il General Manager del Gruppo, Graziano Prantoni. Un tandem perfetto.
Il Professore da l’impressione che voglia vivere in eterno, come quelle leggende tramandate di maestri taoisti ultracentenari, perché infinite e continue sono le idee che vorrebbe realizzare, permeabile come si mostra al senso delle nuove sfide, anche quelle più scientificamente innovative; ma attingendo anche alle sapienze millenarie, tecniche altrettanto avanzate e di ormai comprovata efficacia E d’altro canto, avviene così nelle menti creative e pragmatiche nel contempo: si procede per associazioni di pensiero. E di idea in idea, la costruzione finisce per diventare monumentale e sempre in itinere, sempre perfettibile, in una progettualità anch’essa potenzialmente infinita.
Pioniere dagli anni ’70 delle cosiddette “psicoterapie brevi”, allora osteggiate dalla comunità scientifica, nel 1975 ha fondato il Centro Internazionale della Nuova Medicina, lanciando la scuola di mesoterapia, agopuntura, flebologia, medicina estetica e manipolazioni vertebrali. Negli anni ’80, il Gruppo Monti ha poi sviluppato la medicina fisica, applicando in anticipo sui tempi, nei vari centri, tecniche manipolative e iniettive, laserterapia e magnetoterapie.
Infine, dagli anni anni ’90, la svolta attraverso lo sviluppo del termalismo, punto d’approdo che rappresenta la perfetta summa di un percorso coerente dedicato alla cura del benessere psicofisico in un sistema integrale, cervello/corpo per realizzare cure termali di terza generazione. Cure queste in cui la medicina termale viene integrata da quella fisica e dalla regolazione fisiologica. In questi bagni l’attività muscolare, circolatoria, connettivale e ossea si attiva, partendo sempre dalla rete neurale delle capsule articolari e in generale dalle sinapsi nervose.
I principi ce li spiega lo stesso Antonio Monti, facendoci entrare nel centro di Porretta, dove facciamo esperienza di alcuni percorsi di cura o addirittura guidandoci in alcuni esercizi fisici, immersi nella grande piscina nel Villaggio Salute Più di Monterenzio.
Molti sono gli aneddoti che ci vengono riportati, perché tanta è la curiosità di sapere come sia possibile portare avanti una tale impresa in un paese burocraticamente difficile come l’Italia. Consideriamo che l’iter per aprire un centro termale è abbastanza complesso. Bisogna veramente avere una marcia in più e la capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà. In tal senso, il racconto più avvincente è di certo quello della riscoperta delle Terme di Bologna, che vantano una storia bimillenaria. La vocazione termale della città risale agli antichi romani. Le prime perforazione danno esito positivo. Ma le acque solforose risultano inquinate dai nitrati. Con notevole rischio d’impresa, si decide di continuare scendendo a grande profondità. La fortuna aiuta gli audaci. Ecco la zampillo d’acqua termale! Nel raccontare, le parole dei protagonisti trasudano ancora di emozione e orgoglio.
Ma l’episodio che più mi colpisce è quello relativo all’acquisizione della proprietà di Monterenzio, poi trasformata nel Villaggio della Salute. Qui lavorava la mamma di Antonio Monti. Quando la proprietà versava in stato di abbandono, si pensò di trasformarla in una discarica. Fu così che il Professore decise di chiedere un finanziamento. Il resto è storia. E quando ci narra di sua madre che rientra nell’antico luogo di lavoro come una vera signora, il Professore si commuove. Come dire: cervello e cuore!
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