Terre d'Europa

Il Carnevale alpino di Imst

Paolo Gianfelici



 La “Corsa degli spettri” si svolge di Carnevale per le strade della cittadina tirolese. Nel 2006, la “Buabenfasnacht” è l'edizione speciale interpretata dai bambini.

Imst (Tid-press) – Il Carnevale, in questa cittadina del Tirolo, è un rito più che una festa. I preparativi del “Buabefasnacht” (Carnevale dei Bambini) del 2006 sono iniziati, come sempre, molti mesi prima.
La prima domenica di Carnevale, di buon mattino, ho fatto un giro per le case del paese. Le costruzioni all’esterno sono tutte rifatte e nulla hanno del fascino del villaggio alpino di una volta. All’interno, invece, sono piene di grazia e di seduzione. Piccole case di bambola, dove si sale di piano in piano su ripide scale di legno. Ambienti stretti e bassi, ricolmi di oggetti che richiamano il tempo andato. E, nel soggiorno-cucina, le mamme e le nonne sono intente a mettere gli ultimi punti su camicette ricamate, su giacche e costumi indossati da bambini che aspettano in piedi pazienti.
Nessuno ride, non è un gioco. Sono i preparativi di una rappresentazione che risale a trecento anni fa. Ogni quattro-cinque anni, si svolge la versione interpretata dagli adulti: “Schemenlaufen”, la corsa degli spettri. L’ultima si è svolta nel 2004, la prossima nel 2009. A metà del ciclo, i bambini di Imst creano la “Buabenfasnacht”, per conservare le tradizioni e per prepararsi al gran rito, quando diventeranno adulti.

Imst/ Tid-press
Buabenfasnacht 2006/ Tid-press

In realtà, la coreografia è molto semplice, ma esprime significati arcaici e profondi. Chi vuole approfondire l’argomento può visitare l’interessante Museo del Carnevale.
Le figure centrali dello spettacolo sono Roller, una giovane che danza con grande eleganza, e Scheller, un uomo maturo con due grandi baffoni ed una cintura formata da otto campanacci, fatti a mano. Decine di Scheller cercano le Roller nel corteo, talvolta sono accettati, in altri casi respinti.
Fanno da contorno le altre maschere della tradizione: streghe, maghi, castigamatti, uccellatori, domatori ed orsi, un po’ tutti i personaggi che popolavano un tempo le fiere e le feste paesane sull’arco alpino. Ho visto qualcosa di simile al Carnevale di Opicina a Trieste.
Qui ad Imst, però, il puro divertimento cede il posto ai significati esistenziali: il ciclo perpetuo delle stagioni, la solitudine dell’individuo e la moltitudine, la vita e la morte. Non a caso il corteo passa accanto al cimitero del paese. E poi il finale in piazza, nel tardo pomeriggio, è molto toccante. Tutti si tolgono le maschere, si salutano e fanno ritorno alle proprie case. Un ciclo della vita finisce e si apre un altro. Nulla a che fare con i carnevali di città, tipo Colonia o Venezia, creati per vincere per un giorno le frustrazioni quotidiane della vita.

Roller/ Tourismusverband Imst-Gurgltal
Buabefasnacht 2006/ Tid-press

Ad Imst si possono fare tante altre cose. E’ una delle più rinomate località di sport invernali del Tirolo.
L’ ”Alpine Coaster” il più lungo ottovolante delle Alpi. Si parte da Hoch-Imst a millecinquecento metri e si scende a gran velocità per un quarto d’ora, tra prati e boschi innevati, seguendo il tracciato della pista di sci.

Per il pernottamento consiglio il Romantik Hotel Post. E’ l’antico Castello Sprengenstein trasformato in un albergo.

Info:

www.imst.at

19.02.2006

Tre generazioni alla Buabenfasnacht/Tid-press
I preparativi/ Tid-press
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