Terre d'Europa

Carinzia: storia di un formaggio e della neve ghiacciata

Le specialità di Klaus: piccole forme ricoperte di cera alimentare verde prato che racchiudono formaggi alle erbe di Carinzia e al pepe. Promette di farli assaggiare più tardi. Ma prima bisogna guadagnarseli, salendo sopra Feld am See con le racchette da neve verso il bosco

Carinzia: storia di un formaggio e della neve ghiacciata

Testo e foto: Elvira D’Ippoliti

Feld-am-See-TiDPressBad Kleinkirchheim – Si va in alto per guardare, ma si va in alto anche per mangiare. Klaus vive nella sua fattoria un po’ sopra Feld am See con vista sul lago. Ma il suo luogo di lavoro si trova più in alto, circondato da boschi e silenzio. Le sue mucche marroni lo aspettano per essere munte. “Mi piace arrivare qui per primo. E’ come iniziare ogni giorno una nuova favola.” Lo osserviamo mentre lavora nel suo piccolo caseificio. In questo momento sta preparando il Bergkäse. Con un apposito panno di stoffa circonda la massa di latte cagliato e la tira fuori dal pentolone di alluminio in cui l’ha riscaldata per poi posizionarla con precisione nella forma e sotto la pressa per far uscire l’acqua in eccesso. Mentre lavora Klaus è un fiume in piena e in un dialetto alquanto stretto racconta del suo lavoro, della passione e dei problemi. Nella vetrina nel suo caseificio d’alta montagna troneggiano i prodotti finiti. Tra le sue specialità: delle piccole forme ricoperte di cera alimentare verde prato che racchiudono formaggi alle erbe di Carinzia e al pepe. Ci promette di farceli assaggiare più tardi. Ma prima dobbiamo conquistarceli salendo con le racchette da neve verso il bosco.

La neve caduta con anticipo sulla stagione è stata in parte spazzata via in superficie da un forte vento. Poi il sole e il gelo hanno lavorato, sopra creando un sottile strato duro che si spezza causandoci un po’ di brivido, ogni volta che poggiamo il peso su un piede. Alcuni orme circolari ci precedono. Si intravede la forma di due unghie: un cervo senza racchette da neve è passato qui prima di noi. Da qualche parte gorgoglia un piccolo ruscello. Molti aghi di pino sono stati gettati a terra dal vento e sporcano artisticamente la superficie della neve. Adesso c’è pace fuori e dentro di noi. Il respiro prende il ritmo del bosco. La strada continua a salire. Dopo una curva Wolfi e Jenny che ci accompagnano indicano la via dritta in discesa. Ci hanno proposto una passeggiata buona per chi non vuole mettere i piedi soltanto sugli sci. Anche se Bad Kleinkirchheim, nostra base di partenza, è uno dei luoghi più famosi in Austria per i classici sport invernali (e per le terme).

Questi “magic moments” a contatto con la natura sono molto apprezzati e il team funziona anche per rassicurarci, quando vediamo dalle strisce che solcano la neve in discesa le tracce di un cervo (forse è lo stesso di prima?) che è scivolato lungo il crinale. Se il cervo non è riuscito a mantenersi in equilibrio sulle zampe, per noi bipedi l’equilibrio è ancora più difficile. L’atmosfera tra un’innocua caduta e l’altra si fa comunque sempre più allegra. Quando raggiungiamo il piccolo chalet di Klaus che ci aspetta sul terrazzo suonando la fisarmonica siamo tutti di ottimo umore. Ci aspetta una tavola imbandita con i formaggi promessi, ma anche speck e salami fatti in casa, cetrioli, uova sode, pane nero e burro fresco e appena tolto dallo stampo di legno che abbellisce il panetto con il disegno di un fiore a rilievo.

Info:

www.badkleinkirchheim.at/it

 

 

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