Terre d'Europa

Roma: magia e suggestione a Palazzo Brancaccio

Brunella Marcelli



 Entrando a Palazzo Brancaccio sul Colle Oppio, l'ultimo edificio patrizio romano, si è travolti da un colpo d'occhio di giallo oro, rosso, luce e calore.

Roma (Tid-press) – Le stagioni hanno una forma estetica di compensazione. Quando le temperature scendono, i colori si accendono di tinte fiammeggianti. Gli occhi che registrano il calore di quei colori di fuoco possono dimenticare la rigidità del freddo sulla pelle. La serata organizzata a Palazzo Brancaccio da Paolo Carloni è riuscita a creare questa suggestione. La pioggia fitta all’esterno stendeva una patina gelata sui giardini, rendendo tremolante una visione già incantata. Il muro di pioggia, che impediva allo sguardo di soffermarsi con attenzione, produceva uno strano pendant con le fontane.

Palazzo Brancaccio sul Colle Oppio è l’ultimo monumentale edificio patrizio romano, costruito in stile neo-barocco tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento.
Gli invitati, chiusi nei cappotti che si affrettavano ad entrare, si trovavano travolti da un improvviso colpo d’occhio. Luce, calore, giallo oro, rosso. Un vago senso di avvolgimento che faceva tirare un respiro di sollievo. Fuga dalla città congestionata, dal freddo e la sensazione di entrare in un’altra epoca, in un sogno. Composizioni di foglie e danzatrici classiche allietavano la vista. Il tutto ingigantito e riflesso dagli enormi specchi che spingevano all’estremo le prospettive dei saloni.
Sui lunghi tavoli si assiepavano le prelibatezze del cocktail di benvenuto. La composizione formale dell’offerta, la ricca scelta e la gentilezza del servizio aveva il pregio di sciogliere all’interno quella sensazione di languore, di rilassatezza che si accompagna all’attesa di qualcosa di più bello: il momento della cena.
Nel clou della serata, gli invitati hanno preso posto nei tavoli tondi della grande sala. Straordinaria la variazione di bicchieri che avrebbe accompagnato la degustazione degli ottimi vini. Un tortino di baccalà con patate e ceci bianchi come entrata. Quindi, la delicata freschezza del risotto alla mela verde e arancia. A seguire, la partitura di sapori più invernali offerti dalle trofie ai marroni e speck con petali di tartufo. Continuità di sapori offerta dall’arista di maiale alla medioevale con cicorietta di campo alla fiamma. Ritorno di freschezza colorata nel sorbetto alla mela verde costellato di chicchi di melograno.
Per finire, un tripudio di dolci di stagione in una tale variazione di forme, sapori e colori da soddisfare le visioni segrete di ogni goloso, congestionando di dolcezza lo stesso lussurioso sogno.

www.palazzobrancaccio.com

30.12.2005

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