Terre d'Europa

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Sagome 547

Elvira D’Ippoliti



 Nella sala delle conferenze internazionali della Farnesina, le 547 sagome di legno rappresentano i 547 bambini che muoiono ogni giorno per guerre e terrorismo.

Roma (TidPress) – La sala delle conferenze internazionali del Ministero degli Esteri è gremita, ma la cerimonia d’apertura della mostra si svolge nel più completo silenzio. Le centinaia di sedie sui quattro lati dell’aula e lo spazio all’interno dei tavoli disposti al centro, ad angolo retto, sono affollati da sagome di legno chiaro. Sono 547 in tutto e ognuna di esse rappresenta un bambino morto a causa di una guerra o per atti di terrorismo. 547 bambini che ogni giorno perdono la vita.

La mostra “Sagome 547”, voluta e ospitata dalla Farnesina, ha un notevole impatto visivo. Prima di soffermarsi sulle singole figure – alte un metro e venti, come l’altezza media di un bambino – si fatica a venire a patti con l’immensità di questa folla silenziosa e c’è quasi un rifiuto a credere che oltre alla tragica realtà della miseria e della mancanza di cibo, così tanti bambini possano morire per la sete di potere o le logiche perverse della violenza. Eppure è così.

Gli artisti che sono stati invitati ad esprimere il loro raccapriccio sono già duecento e dalla Farnesina la mostra ha cominciato un lungo itinerario che porterà la sua testimonianza in giro per il mondo. L’arte non conosce mezze misure e la sagome colorate sembrano gridare. Gli occhi si soffermano sui particolari e si rimane turbati scoprendo il contorno di una mano insanguinata che è stato dipinto all’altezza del cuore di un “bambino”, la cui sagoma è stata ricoperta di monete. Oppure, ancora, si vorrebbe quasi distogliere lo sguardo da un bersaglio, tracciato con colori accesi sul legno.

Bersagli innocenti, insanguinati, occhi disperati, scritte inquietanti come un testamento d’angoscia. E poi una sagoma avvolta nel filo spinato, un’altra con un cappio al collo: una galleria dell’orrore che purtroppo interpreta la realtà. Su di un’altra figura è stato dipinto il volto grottesco di una bambina che stringe nella mano una bambola di pezza lacera quanto lei. L’elenco è lungo e solo una volta usciti da quella sala si riesce a soffermarsi su considerazioni meno emotive.

La mostra realizzata grazie all’iniziativa ed alla sensibilità del Vice Ministro per gli italiani all’estero, il Senatore Franco Danieli, è anche una testimonianza di come il Governo italiano voglia affiancare al tradizionale impegno nelle missioni di pace e umanitarie, un discorso più ampio di denuncia verso una politica che, nel perseguire interessi di potenza, economici o ideologico-religiosi calpesta la dignità e l’integrità fisica della persone.

Il rapporto 2005 dell’Unicef e l’allarme in esso contenuto non devono rimanere un insieme di parole e di cifre. La decisione del Ministero degli Affari Esteri di voler lasciare lo spazio dedicato ad importanti conferenze internazionali ( l’ultima in ordine di tempo sul Libano), a una mostra d’arte con questi contenuti, è un messaggio che induce alla riflessione prima e all’impegno poi. D’ essere innanzitutto consapevoli della realtà che ci circonda e nel voler dare voce ad ogni forma di “grido silenzioso” con cui veniamo in contatto. La civiltà di un paese non poggia le sue basi sulle sole parole. L’impegno deve tramutarsi in realtà di tutti i giorni, anche attraverso l’arte, come nel caso di “Sagome 547” .
Solo includendo ogni singolo abitante della terra nella nostra speranza di futuro, potremo ancora avere il diritto a definirci umanità.

Info:
www.esteri.it

29.01.2007

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