Terre d'Europa

Cipro: il mito d’Afrodite

L.M.

Una mostra di ventidue opere dedicate a Venere provenienti dalle collezioni dei Medici. Un’elegantissima e sinuosa Venere del Cinquecento che esce dal mare e si strizza i capelli bagnati. La toilette di Venere sul bordo di un laghetto da cui si affaccia il cigno, simbolo di bellezza.


Foto: “Cyprus 2000”

Cipro entra nell’Unione Europea.L’Italia celebra lo storico evento con una mostra d’arte nel Nicosia Municipal Arts Centre dal 24 aprile al 6 luglio 2003, in omaggio all’isola mediterranea, capace di unire in un ideale legame la civiltà antica che Cipro rappresenta ai grandi momenti della storia e dell’arte dell’Italia moderna, che nell’eredità classica trovano origine.
Firenze, la città che all’inizio del Quattrocento “inventò” il Rinascimento è coinvolta nell’evento ed il tema che lega idealmente le due civiltà non poteva che essere “nel segno di Venere”.
Una leggenda raccolta dalla mitologia antica vuole che greca, poi identificata con la latina Venere, sia nata dalla schiuma del mare da cui sembrerebbe emersa presso Cipro.
Proprio a Firenze in ambito rinascimentale, dopo il lungo oblio cui il Medioevo aveva costretto i temi legati alle divinità pagane, fu ripreso il tema di Venere: non a caso la Dea dell’amore, della bellezza, del piacere dei sensi e della fecondità è la protagonista di uno dei più celebrati e mitizzati dipinti rinascimentali, la Nascita di Venere di Botticelli, adombrante un significato strettamente aderente alla filosofia neoplatonica quale la nascita dell’humanitas.
La mostra organizzata da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, Ministero degli Affari Esteri, Ambasciata d’Italia a Cipro, The Nicosia Municipal Arts Centre associato al Pierides Museuin of Contemporary Art, nell’ambito del Mese Italiano a Cipro, intende presentare, attraverso una selezionata scelta d’opere dei principali musei fiorentini, di provenienza medicea, le varie sfaccettature con cui i temi legati al mito di Venere furono affrontati in campo artistico.
Correlata idealmente al neoplatonismo e stilisticamente a Botticelli è la Venere di Lorenzo di Credi oggi agli Uffizi, presente fin dall’origine nelle collezioni dei Medici; così come la preziosa statuetta in porfido del Museo degli Argenti, primo esempio d’intaglio tentato in epoca modema in questo difficile materiale da Pier Maria Serbaldi su sollecitazione di Lorenzo il Magnifico.

Il gusto della corte medicea, raffinato e intellettualistico, si manifesta nel Cinquecento nella Venere dello Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio, opera dello scultore Vincenzo Danti, un’elegantissima e sinuosa Venere che esce dal mare e si strizza i capelli bagnati; gesto che è ripetuto dalla Venere del Giambologna nota come Fiorenza, destinata alla fontana della Villa medicea di Castello nei pressi di Firenze e così chiamata per essere assimilata all’allegoria di Firenze.
Uno dei pittori dello Studiolo, Jacopo Zucchi, è l’autore di un prezioso dipinto su rame che raffigura la Morte di Adone, appartenuto al Granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici, dove la tragica storia raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi è stemprata nei toni idilliaci della favola mitologica. Con una vena più naturalistica fu interpretato il tema nella pittura veneziana del Cinquecento: nascono così la Venere di Tiziano degli Uffizi, memore della più celebre Venere “d’Urbino”, anch’essa mollemente adagiata su un lettuccio in ambiente aperto sulla campagna, vestita solo dei suoi gioielli e accompagnata da Amore e da un cagnolino che abbaia ad una pernice; e ancora quella di Tintoretto, una commovente scena familiare con Marte che guarda con premura l’amata e il figlioletto vicino al seno; e ancora Venere e Mercurio che mostra a Giove il figlio Anteros di Veronese, che in veste naturalistica adombra la dialettica sull’amore che animava i circoli d’intellettuali del Cinquecento.
A rappresentare il seicento fiorentino la Venere che pettina Amore di Giovanni da San Giovanni, che con lo spirito che gli è proprio affronta il tema umanizzandolo e raffigurando Venere come una giovane mamma che spidocchia un bambino nudo, piuttosto restio e distratto da quello che succede fuoriscena.
Al centro di rappresentazioni di effetto teatrale, ambientate in ampi paesaggi popolati da ninfe e da amorini, è raffigurata Venere da Rubens e dalla sua scuola e con lo spirito e la grazia mutata dalla pittura veneziana dai pittori francesi come Nicolas Coypel, che in una scena alla Tiepolo raffigura la toilette di Venere contornata sul bordo di un laghetto da cui si affaccia il cigno, simbolo di bellezza.
Una piccola, ma preziosa mostra ? 22 opere ? illustrate in un catalogo che prevede, oltre alle schede relative alle opere, due saggi sulla persistenza del mito e dei suoi significati attraverso i secoli e sull’importanza del tema di Venere nel collezionismo mediceo.

Catalogo Silvana editoriale
Curatrice della mostra Maria Sfarmeli
Curatoreper il Nicosia Municipal Arts Centr Yiannis Touniazis
Organizzazione A R T H E M I S I A, Milano
Nicosia Municipal Arts Centre 24 aprile – 6 luglio 2003 19, Apostolos Varnavas Str. 1500 Nicosia Cipro Entrata libera: Martedi- Sabato: 10,00-15,00 / 17,00- 23,00 Domenica: 10,00-16,00


Foto: “Cyprus 2000”
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