Testo e foto: Elvira D’Ippoliti
Dall’alto della bellezza dei Castelli Romani Roma è uno spettacolo. Dalla finestra della mia stanza nell’elegante Park Hotel Villa Grazioli a Grottaferrata abbraccio con lo sguardo tutta la Città Eterna che, con le montagne che la circondano, ha un tocco di fascino di più. La villa, costruita su commissione del cardinale Carafa nel XVI secolo è l’introduzione ideale al territorio racchiuso e protetto nel Parco dei Castelli Romani istituito nel 1984. Da Villa Grazioli parte il mio personale viaggio di scoperta di un piccolo mondo a pochi chilometri da Roma ricco di storia, paesaggi naturali e cibi genuini e dove il tempo scorre ancora al ritmo giusto, quello che permette di vivere anche i rapporti umani nella loro pienezza. Le strade che percorro sono a tratti immerse nel verde dei boschi ma pronte a offrire affacci privilegiati su colline dove la natura e la presenza delle case crea un insieme che racchiude un’affascinante armonia, raffigurata in tanti quadri e affreschi che rapiscono lo sguardo.
Arrivo ad Ariccia in una limpida giornata d’autunno. Il vento è freddo e mi rifugio volentieri dentro Palazzo Chigi. Un attimo dopo mi ritrovo nel XVII secolo e mi muovo tra sale arredate con autentici mobili barocchi, quadri e pareti ricoperte da prezioso cuoio decorato. Palazzo Chigi racconta dal vivo un tempo nel quale la famiglia Chigi e in particolare papa Alessandro VII hanno incaricato Gian Lorenzo Bernini di applicare i principi dell’urbanistica barocca a un piccolo borgo medievale come Ariccia. Bernini a Palazzo Chigi è stato poi anche architetto, ha disegnato mobili e oggetti decorativi trasformando questo palazzo, i quadri che espone – tra i quali un Caravaggio – in uno scrigno di bellezza senza tempo.

Papa Alessandro VII come Urbano VII prima di lui, amava soggiornare a Castel Gandolfo e la mia prossima tappa è il paese affacciato sul lago Albano. Proprio accanto alla Porta Romana che dà accesso alla deliziosa piazza c’è l’ingresso ai Giardini Pontifici. Difficile immaginare un posto più bello dove l’aria è intrisa di rispetto per la natura creata da Dio. I resti dell’antica villa di Domiziano dialogano con il verde coinvolgendo colonne, fontane, aiuole, statue e un panorama che rallegra il cuore. Vorrei restare tra questo capolavoro verde per ore: cerco di immaginare come la luce cambi durante l’arco della giornata e mi spingo a sognare una passeggiata al tramonto immersa in una pace che invita a mormorare una preghiera di ringraziamento.

Il tramonto mi aspetta sul Monte Cavo con l’antica Via Sacra costruita nel VII secolo a.C. per collegare la Via Appia alla cima più alta dei Colli Albani dove si trovava il tempio di Giove Laziale. In autunno il bosco di castagni prepara per i visitatori un tappeto di foglie gialle e fruscianti. Il punto panoramico “Occhialone” è conosciuto e insieme alla strada con i basoli romani un punto di ritrovo per chi ama la camminate e i panorami. La vista sui due laghi di Nemi e di Albano è incantevole. Ho l’impressione di trovarmi davanti alla scena di un mondo arcaico dove i vulcani hanno da poco forgiato la superficie della terra e l’acqua ne ha riempito i crateri ormai spenti. Forse le nubi che filtrano la luce del sole calante sono frutto di questo scontro tra pietre infuocate e pioggia scrosciante. Il cielo si tinge di colori tenui donando alla scena una connotazione di bellezza assoluta.
Di ritorno a Villa Grazioli partecipo volentieri alla visita dei saloni con il visore della realtà aumentata che ricrea per i miei occhi gli affreschi e gli ambienti sfarzosi del passato. L’ultimo appuntamento di una coinvolgente giornata ai castelli romani è la cena nel Grazioli Art Bistrot per gustare piatti della tradizione come i Bucatini all’Amatriciana e i Saltimbocca alla romana con un tocco di leggerezza a renderli contemporanei e ricchi di sapore. Tornata nella mia stanza osservo le tante luci che illuminano Roma come se fosse uno spettacolo ideato solo per me e penso che avrò ancora molte entusiasmanti scoperte da fare qui in alto, ai Castelli Romani.

