Terre d'Europa

La Strada del Vino di Marsala

di Paolo Gianfelici

La cantina Milleunanotte decorata con il blu della notte siciliana e con grandi stelle naïf. La lettera dell’ammiraglio Nelson nell’Archivio storico di Florio. L’atmosfera surreale del Quartiere Spagnolo di Marsala.


Laguna dello Stagnone
(Foto P.Gianfelici)

Marsala, lungomare (Foto P.Gianfelici)

Marsala (Terra Italia) – La Strada del Vino di Marsala è una creazione recente. Sembra un paradosso che nessuno abbia realizzato prima un itinerario che colleghi i luoghi della produzione di uno dei più famosi vini italiani con i siti d’archeologia, arte e natura di cui abbonda questo territorio, situato sulla punta occidentale della Sicilia. La Laguna dello Stagnone, le saline, le rovine della città fenicia sull’Isola Mozia sono posti che da soli meritano un viaggio (v. “Terra Italia” 01.09.2000).

Dopo una mattinata dedicata all’arte e alla natura, una sosta nelle cantine. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. E’ necessario prima prenotare la visita, gratuita come l’ assaggio dei vini.
Le cantine Fici sono situate in un baglio (antica abitazione fortificata) ristrutturato di recente. Nel grande cortile interno si trova un antico carretto siciliano variopinto e gli attrezzi da lavoro di un tempo.Attraverso un portico si intravede la “bottaia” con le antiche e maestose botti e le barriques (www.cantinefici.com ). Ho bevuto un vino passito di venticinque anni fa che è un concentrato del sole e dei forti profumi di quest’isola.
Le Cantine Florio, oltre a contenere una produzione di alta qualità di vini bianchi, rossi e liquorosi, sono anche un “museo”. Si conserva la lettera con cui l’Ammiraglio Nelson commissionò il vino Marsala per la sua flotta o le prescrizioni mediche che accompagnavano le bottiglie del vino liquoroso esportate legalmente negli USA durante il proibizionismo (www.cantineflorio.it).
Le Cantine Pellegrino appartengono ad una delle più grandi aziende del luogo che esporta in tutto il mondo sei milioni di bottiglie l’anno. La qualità del Passito e del Moscato di Pantelleria , dello Zibibbo è elevata ed i prezzi convenienti (www.carlopellegrino.it ).
Infine bisogna citare le cantine Donnafugata che producono dei vini rossi, bianchi e passiti superlativi e, generalmente, anche molto cari. La Fuga ( da uve Chardonnay), fresco e profumato, è uno dei migliori bianchi prodotti in Sicilia (www.donnafugata.it ). Le volte della cantina Milleunanotte sono decorate con il blu della notte siciliana e con grandi stelle naïf Nella Sala delle Botti del baglio ho fatto le migliori degustazioni di vini fruttati di Sicilia , assaggiando specialità locali di pesce, di carne e di formaggio, molto semplici e saporite.

Dalla zona delle Cantine, situate vicino al mare, mi incammino verso il centro storico. Ritrovo una città che sorprende sempre il visitatore arrivato dal Nord: bei negozi, caffè eleganti, edifici accuratamente restaurati o in via di restauro. Un’atmosfera tranquilla, ordinata, pulita, senza auto nella zona pedonale, che ti fa pensare di trovarti, forse, in una località dell’Italia Centrale, lontana mille chilometri dal Mezzogiorno caotico e da una delle province più mafiose del paese (quella di Trapani).

Entro nella grande corte del Complesso San Pietro,un ex-convento di suore benedettine, un gioiello rinascimentale a pochi passi dalla Chiesa Madre. Nella ludoteca si intrattengono piccolissimi turisti, mentre i genitori visitano le sale del museo dedicate all’archeologia, alla storia locale, alle tradizioni popolari. E poi c’è la biblioteca, la videoteca, la fonoteca ed una grande sala-convegni. Sono servizi pubblici scontati quasi ovunque oggi in Europa, ma non qui, dove i lavori di restauro del Complesso San Pietro sono durati per venticinque anni. Qualcuno chiese con prepotenza, per fare una speculazione, la demolizione del monumento e la costruzione al suo posto di un centinaio di appartamenti lussuosi d’abitazione.
Il Quartiere spagnolo è una massiccia costruzione del XVI secolo restaurata.In passato fu una caserma, oggi hanno sede gli uffici del Comune. Al centro del grande cortile ci sono quattro giganteschi, verdissimi e secolari alberi di Ficus, ai lati reperti archeologici di epoca romana. E’ un luogo silenzioso, dove si sente solo lo zampillare dell’acqua dell’antica fontana ed il calpestio dei rari passanti. Un luogo surreale.
Camminando per Marsala si passa di sorpresa in sorpresa, visitando l’ex-convento del Carmine del Duecento, oggi sede di mostre di pittura contemporanea, il Museo della Nave punica con i resti di una imbarcazione cartaginese di circa 2250 anni fa, il Museo degli Arazzi fiamminghi,donati dal re di Spagna Filippo II, il Teatro Comunale dell’Ottocento, dove ho assistito ad un concerto di Fado portoghese (Marsala e Porto sono unite da due vini di fama mondiale).
L’élites culturale di Marsala cerca una nuova identità della città nel suo passato, quando era al centro dei traffici commerciali del Mediterraneo, prima che venisse oppressa dal potere criminale mafioso, tuttora presente, anche se in forma occulta.
L’uomo simbolo di questa rinascita cittadina è il notaio Salvatore Lombardo, sindaco della città negli anni novanta ed attuale presidente della Strada del Vino di Marsala (www.stradavinomarsala.it ).
Vino e turismo di qualità sono la scommessa per il futuro, in una città dove la disoccupazione giovanile arriva al quaranta per cento. Nel settore dell’enologia i progressi fatti negli ultimi vent’anni sono enormi. In quello del turismo si stanno movendo i primi passi, ma vale la pena di “scoprire” i tesori quasi sconosciuti di quella che Goethe definiva “La porta dell’Italia”.


Complesso S.Pietro (Foto P.Gianfelici)

Ingresso al Quartiere Spagnolo
(Foto: P.Gianfelici)
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