Terre d'Europa

150° Anniversario Unità d’Italia (1861-2011)
Le pietre nel blu

Testo e foto: Elvira D'Ippoliti



 La bellezza della Sicilia si concentra a Milazzo, città chiave dell’Unità d’Italia. Nella battaglia del 1860 il protagonista era il castello a picco sul mare

Milazzo (TidPress) – La muraglia massicciamente fortificata da bastioni è grigia. Il cielo le fa da sfondo blu. Il Castello di Milazzo è un grandioso concentrato di storia affacciato sul mare. Alla sua costruzione hanno contribuito in molti: i Normanni, Federico II, gli Aragonesi. A questi ultimi si devono i bastioni incastonati nella cinta più esterna che accoglie i visitatori attraverso un varco protetto da un cancello di ferro. Le cinta di mura dovevano rendere la fortezza un sito inespugnabile. Garibaldi riuscì comunque a scacciare i 4000 soldati borbonici che erano di stanza all’interno del castello facendo cadere l’ultimo diaframma che separava dallo Stretto di Messina. Il nostro viaggio in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia si conclude in Sicilia. Secondo il calendario siamo già in primavera ma il cielo del Sud è plumbeo e irascibile. Lo stretto di Messina visto dalla Calabria sembra una distesa d’argento liquido, mentre le luci lungo la costa siciliana appaiono così vicine da annullare la distanza. Il traghetto “ingoia” in rapida successione i vagoni ferroviari e dopo mezz’ora il treno si muove su binari siciliani.

Via Medici

Il castello e il duomo antico

Milazzo è una città tranquilla e armoniosa. La sera si passeggia sul lungomare: il palazzo del Comune, la biblioteca e la Chiesa di Santa Maria Maggiore dove, come recita un’incisione nel marmo, Garibaldi trascorse una notte, sono “fari” nella notte illuminata di Milazzo e le facciate mostrano la loro bellezza nel calore dei riflettori. La centrale Via Medici con le poltroncine ed i divani in ferro battuto dallo stile contemporaneo è il salotto della città. Le vetrine dei negozi sono un tripudio di interpretazioni intorno al tricolore e alla gioia di festeggiare l’anniversario dell’Unità d’Italia. Molti negozi espongono anche foto della famiglia Savoia. Ripensiamo a Carlo Gianfelici, il giovane volontario marchigiano di cui stiamo ripercorrendo i passi. Carlo ha partecipato qui alla battaglia del 1860 e fu ferito. “I colpi mi crivellarono l’uniforme”, scrive nel suo diario, “ma le ferite furono lievi. I nostri cuori erano colmi di felicità. Ai Borboni in ritirata concedemmo l’onore delle armi. Avevamo fatto l’Italia”.

Il giorno dopo Milazzo risplende nel sole ed il suo castello, solitario e dignitoso testimone della sua storia , ci invita a visitarlo. Come in un libro illustrato per bambini in cui ogni pagina provoca una nuova ondata di meraviglia, il castello svela mano a mano i suoi segreti. La cinta aragonese con le mura “imbottite” di terriccio nel quale si conficcava qualsiasi palla di cannone e la lunga serie di feritoie dalle quali gettare acqua bollente sui nemici è impressionante nella sua idea di inespugnabilità. All’interno si trova un antico mondo militare che comprende un duomo la cui cupola bianca ingentilisce i tratti austeri della città fortificata. La chiesa ormai sconsacrata fu depredata dai garibaldini che non erano sicuramente uomini di chiesa. Adesso al suo interno si trova una sala riunioni. Qualche spezzone di marmo colorato e alcuni stucchi fanno immaginare la sua originaria bellezza. Carlo conosceva bene lo Stato Pontificio essendo stato a lungo Carabiniere guardia scelta dei Santi Palazzi, ma pur odiando “il governo del prete” non approvò la devastazione di una chiesa.

La visita prosegue in salita fino al prossimo portale aperto nella pietra delle mura interne. Si trattiene il respiro entrando nel cuore del castello: qui le pietre parlano anche se non è facile decifrare i loro discorsi. Ci si trova in un vasto cortile interno e sembra che tutti i fatti d’arme debbano essersi svolti da qualche altra parte, tanta è la tranquillità che vi regna. Rozzi scalini conducono su una terrazza con vista mare-cielo. Viste da un’altezza impressionante le onde sciabordano tranquille sulla sabbia della bella Rivera di Ponente di Milazzo ed il suono del loro movimento arriva limpido fin quassù. Anche la torre più antica, quella dei Normanni, lì dove il castello ebbe inizio, offre lo spettacolo sul mare che si unisce al cielo in un esaltante insieme di blu, nel quale le bianche pietre del castello sembrano perfettamente a loro agio. La musica della storia è scritta nel ritmo del vento e delle onde. Il mormorio delle pietre recita la propria parte in un’opera che racconta secoli e destini di uomini affascinati dallo stesso blu che ci fa volare con la fantasia, ma presi dalla priorità delle guerre.

Ai piedi del castello, Milazzo offre la possibilità di muoversi nel suo quartiere più trendy, il Borgo. Lungo le strette vie in salita (o in discesa) si aprono locali in cui fermarsi a bere o a mangiare. Gli ingressi dei caffè e dei ristoranti si dividono lo spazio con facciate di chiese antiche sulle quali ciuffi di vegetazione si sono integrati ai motivi architettonici in pietra arricchendoli di verde e di fascino. La sera il Borgo si anima con la vita giovane di Milazzo, ma una sosta anche per il pranzo nel “Caffè Antico” riserva gradevoli e genuine sorprese nel piatto accompagnate dalla vista sugli antichi e attuali splendori.
Per l’aperitivo si può scegliere di rimanere in centro città: sul lungomare il “Clap Cafè” serve da bere insieme a piccoli calzoni ripieni di prosciutto o verdure caldi. L’atmosfera è rilassante e le regole per godersi la vita sembrano scritte nei sorrisi del proprietario e dei camerieri. Il buonumore è assicurato anche dalla vista delle vetrine con i dolci abbelliti con sbuffi di zucchero colorato.

“Abbiamo grandi progetti per Milazzo”, spiega il sindaco Carmelo Pino. “Vogliamo molto bene alla nostra città e crediamo meriti l’ammirazione di tutti. Milazzo è il punto di partenza per molte gite in luoghi unici, come la zona archeologica di Tindari, il Parco dei Nebrodi, le isole Eolie. Poi si torna e si scopre Milazzo, una città che sa accogliere e fa stare bene.”

Tra le ricchezze di Milazzo il suo Capo, allungato come un dito proteso verso nord, è la più emozionante dal punto di vista naturalistico. Dal centro città si imbocca la strada fiancheggiata da un lato da una fitta vegetazione e dal mare sull’altro. Sono solo pochi chilometri eppure la bellezza del paesaggio aumenta a dismisura mano a mano che ci si “addentra” lungo la solitaria lingua di terra circondata dall’acqua. Lì dove la strada asfaltata finisce, comincia un sentiero verso la punta di roccia lambita dal mare. Il sole riscalda rami, foglie e fiori che insieme compongono un concentrato di armonia vegetale: ulivi, fichi d’india, erbe aromatiche, fiori dai colori decisi: tutta la bellezza della Sicilia sembra essersi data appuntamento qui. Poi si arriva a cospetto del mare. La placida distesa blu nella quale le rocce si tuffano ostinate è uno spettacolo di cui gli occhi non riescono mai a saziarsi.

Informazioni utili:
Comune di Milazzo
www.comune.milazzo.me.it

Proloco Milazzo
Via Orsa Maggiore 21 – Milazzo
www.prolocomilazzo.it
prolocomilazzo@libero.it

A Milazzo si può soggiornare in pieno centro nell’Hotel Cassisi: l’arredamento accuratamente moderno e ricercato rende gradevoli gli ambienti. Gli antichi edifici la cui vista si gode dalle terrazze affacciate verso l’interno aggiungono il tocco della storia alla gradevolezza del sole da prendere accomodati sulle apposite sedie a sdraio. La facciata principale si apre sulla Via Cassisi ed i piccoli balconi sono gli occhi sulla città ed il lungomare.

Hotel Cassisi
Via Cassisi 5 – Milazzo
www.cassisihotel.com
info@cassisihotel.com

11.04.2011

Il castello

San Francesco
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